Facciata di Santa Maria del Fiore
Nell’osservare la facciata del Duomo di Firenze, dal vivo come in foto, si scoprono sempre nuovi dettagli da capogiro.
E da capogiro è anche la sua storia travagliata, che nell’arco di sei secoli ha visto restyling importanti:
- Fine Duecento: lo scultore e architetto Arnolfo di Cambio cominciò la decorazione della facciata, che rimase incompiuta per un terzo della sua altezza. Una straordinaria riproduzione di questa fase architettonica si può ammirare in scala 1:1 nel vicinissimo Museo dell’Opera del Duomo.
- Fine Cinquecento: il granduca Francesco I de’ Medici ordinò lo smantellamento della facciata per ricostruirla in chiave moderna. La demolizione causò un vero e proprio scempio, ma soprattutto non ci fu nessuna ricostruzione, anzi: molti elementi decorativi, marmi e statue, andarono distrutti, dispersi oppure vennero conservati nella cattedrale o nei magazzini dell’Opera. Diversi progetti di vari artisti furono proposti, sotto forma di modellini di legno o dipinti, alcuni dei quali sono presenti ancora oggi all’interno del Museo.
- Fine Seicento: si cercò di realizzare di volta in volta facciate provvisorie in occasione di celebrazioni o eventi particolari, come il dipinto murale ordinato dal granduca Cosimo III in occasione del matrimonio del figlio Ferdinando.
- Ottocento: un secolo intenso per la storia della facciata,
caratterizzato da vivaci dibattiti sulle soluzioni architettoniche,
influenzate anche dalla realizzazione della facciata neogotica della
basilica di Santa Croce. Tra tanti concorsi, tante polemiche e un referendum cittadino, fu scelta
la proposta di Emilio De Fabris, che dovette conciliare gusto, fede e
rimandi patriottici sull’onda dell’Unità d’Italia (i marmi rosso, bianco e
verde ricordano qualcosa?). Alla morte di De Fabris, subentrò l’architetto
Luigi Del Moro nel completamento dell’opera.
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