Alle fine di ogni estate, l'ombra cala anche sul mare. Ce ne accorgiamo quando iniziano a cambiare i suoni sulle spiagge: l'euforia della pallina del biliardino e le esultanze esagerate dal campo sulla sabbia cedono al vento il compito di restituirci la routine.
Ecco, finalmente, il primo post con la Nikon Z fc.
Il feeling con la camera è sicuramente ancora lontano, ma inizio a sentirla un
po' di più e quella fase di frustrazione, data dalla perdita dei punti di
riferimento del vecchio corpo macchina, inizia a sparire.
La difficoltà maggiore rimane la composizione su APS-C: credo di dover ancora
abituare l'occhio su questo formato.
Condivido con voi un weekend meraviglioso (e qualche errore fotografico!).
Non mi sarei mai aspettato uno scenario così mediterraneo e tra uno scatto e l'altro, in un borgo così piccino riversato sul mare, il caldo, i suoni... mi hanno fatto riecheggiare la colonna sonora di un film a cui sono molto legato: Mediterraneo, appunto.
Provo ad accompagnare gli scatti con colonne sonore e qualche citazione.
«Una vita è troppo poco. Una vita sola non mi basta. Se conti bene non sono
neanche tanti giorni. Troppe cose da fare, troppe idee. Sai che ogni volta che
vedo un tramonto mi girano i coglioni perché penso che è passato un altro
giorno. Dopo mi commuovo, perché penso che sono solo: un puntino
nell'universo...»
"Si sono dimenticati di noi, e io voglio dimenticarmi di loro. Rimango qui, dove mi sento vivo per la prima volta."
Un ultimo post di Venezia. Un post nostalgico di una città sospesa
nel tempo.
È stato inaspettatamente l'ultimo viaggio fatto con la mia Olympus,
che mi ha accompagnato per questi lunghissimi 10anni. Un paio di settimane
fa ho avuto l'opportunità di acquistare un nuovo corpo macchina, così mi
sono ritrovato a scegliere se abbandonare il formato MFT per l'APS-C. Una
scelta coraggiosa, sia perché ero legatissimo all'Olympus sia perché
m'impaurisce passare da una composizione statica ad una dinamica, che
richiede il formato del sensore, perdendo tutti i riferimenti che costruisci
in 10 anni.
Insomma, ciao Venezia. Ciao Olympus.
A new beginning.
Non ero mai stato a Venezia e mi è capitato di esplorarla qualche mese fa
tra nebbia e pioggia. Forse chiunque sarebbe rimasto deluso, ma a me è
andata benissimo così, perché ho attraversato l’odore della laguna, la calma
spettrale e il mistero di una città bloccata nel tempo.
Sotto la prima pioggia, ho percorso le fondamenta delle Zattere fino a
Punta della Dogana. Da lì, si può vedere l’abbazia di San Giorgio Maggiore
galleggiare leggera.
Passeggiando tra le calli veneziane, i suoni, i ponti e gli sbocchi sulla
laguna, la pioggia sembra trattenere il tempo.
Anche i colori in questa città scandiscono le fasi della giornata. Eccola
vestirsi del suo elegante verde sul Canal Grande.
E di notte c’è una Venezia del tutto diversa a coinvolgerti, dove le
gondole ormeggiate fluttuano silenziose sui riflessi della storia.
Anche piazza San Marco di sera diventa più tranquilla e ti permette di
osservare il gioco di ombre e luci tra colonne, archi e portici..
L’occasione perfetta per fare anche qualche scatto street
Nelle fresche mattine di luglio, il sentiero panoramico che porta al
Lago Scaffaiolo si dirama fra lamponi, fiori selvatici e bruchi
coraggiosi che sbarrano la strada.
«La montagna non è solo nevi e dirupi, creste, torrenti, laghi, pascoli.
La montagna è un modo di vivere la vita. Un passo davanti all'altro,
silenzio, tempo e misura.»
Può capitare che quando la salita diventa più ripida o il crinale si
stringe, a infrangere il silenzio sia il meccanico clic di una
fotocamera.
«Ognuno di noi ha una quota prediletta in montagna, un paesaggio che gli
somiglia e dove si sente bene.»
Come sempre accade in montagna, le fatiche sono ripagate all'arrivo. Il
Lago Scaffaiolo si presenta così, a sorpresa, al di sotto della vetta del
Monte Cupolino (1853 m), accompagnato da un vento impetuoso che
racconta lo scenario che ti si apre davanti: uno specchio d'acqua adagiato
in una conca d'erba, un'oasi di silenzio e bellezza.
«L'estate cancella i ricordi proprio come scioglie la neve, ma il
ghiacciaio è la neve degli inverni lontani, è un ricordo d'inverno che non
vuole essere dimenticato.»
Citazioni tratte dal libro Le Otto Montagne di Paolo Cognetti.
