Dentro al Duomo di Siena

Ci entri dopo aver superato controlli da aeroporto e già dall'ingresso pensi di non visitare una cattedrale come le altre. Presto infatti ti accorgi che gli occhi, da soli, non ce la fanno a contenere tutti quei dettagli da capogiro: il Duomo di Siena, tra gli esempi più alti del romanico-gotico italiano, è una vera macchina del tempo. 

Ed è proprio la città, con la sua storia, che parla attraverso i marmi neri e bianchi dei pilastri, i 171 papi e 36 imperatori che ti fissano austeri dalla navata centrale, prima che il tuo sguardo incontri le volte stellate e guadagni, passo dopo passo, lo spettacolo della cupola. Ma anche in basso la prospettiva si allarga su un pavimento che, da più di ottocento anni, rimane «il più bello, il più grande e magnifico che mai fusse stato fatto», come disse già il Vasari in pieno Rinascimento. 
A impreziosire ulteriormente questa arca delle meraviglie, un tesoro nel tesoro come la libreria Piccolomini e opere d'arte firmate da nomi importanti, come Michelangelo, Donatello, Pinturicchio, Nicola Pisano, Duccio di Buoninsegna, Gian Lorenzo Bernini, che sottolineano la grandezza di Siena dal Medioevo e oltre. 

Ammirandola da lontano, alla luce tenue del crepuscolo che avanza, la cattedrale si fa ancora più sontuosa e il pensiero va alla vicina abbazia di San Galgano, tristemente decaduta nei secoli, oggi riempita dalla fantasia del visitatore: una fantasia nutrita dai suoi viaggi nel tempo

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